Tutta questa conversazione su #Meta sul #Fediverso sembra la parte peggiore della cultura geek. Così tecnica, senza comprendere il contesto o ciò che gli scioperi possono effettivamente fare. Il mio pensiero:
Meta sarà una grande app per Fedi perché ha più soldi da destinare a questo compito. La gente inizierà a usarla perché è migliore. Avrà QT e un algoritmo. Le persone che vogliono seguire saranno lì.
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Meta raccoglierà non solo i contenuti pubblici, ma anche statistiche come il tempo di permanenza degli occhi su un determinato testo. Su cosa passate il mouse, cosa toccate e cancellate, cosa cercate. Niente di tutto questo è disponibile per loro ora.
Alle persone normali non interesserà, perché hanno vite impegnate e vogliono solo qualcosa che funzioni. Agli smanettoni non importerà, perché possiamo usare client alternativi (per ora). Dopo qualche anno, il #p92 di #meta introdurrà funzionalità non disponibili su client alternativi.
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Esattamente, ma penso anche al problema di gestione delle risorse macchina: mastodon (e tutti i social del fediverso) hanno un enorme problema: lo spazio occupato e la potenza richiesta da un’istanza non dipende tanto dal numero di contenuti che pubblicano i suoi utenti, quanto dal numero di connessioni che i propri utenti intrattengono con altri profili attivi. Questo (e non il numero di utenti) fa crescere le risorse necessarie.
La mia istanza poliverso.org, per esempio, o ancora peggio la ben più piccola poliversity.it, sono molto connesse con mastodon.uno, livellosegreto e mastodon.social e questo comporta che il grosso dei dati gestiti provenga proprio da quelle tre istanze. In pratica io sto pagando risorse macchina non tanto per dare ai miei utenti la posibilità di scrivere e socializzare, quanto la possibilità di leggere i contenuti di tre istanze molto più ricche della mia! Ora questa cosa già un po’ mi fa rodere l’orifizio posteriore, ma almeno quelle istanze non sono a scopo di lucro!
Ma l’idea di pagare 30 euro al mese per far andare i miei utenti sull’istanza palesemente “estrattiva” di Zuckerberg, sarebbe proprio contraria alla logica, all’etica e, soprattutto, all’intelligenza!
Su Lemmy le cose invece funzionano un po’ diversamente: Lemmy non è un social, a differenza di Friendica o appunto di Mastodon. questo significa che gli utenti Lemmy non seguono altri utenti, ma seguono solo comunità! In questo modo, la richiesta di risorse macchina è più limitata. Posso essere connesso con miliardi di utenti, ma catturerò SOLTANTO i contenuti che sono stati pubblicati specificatamente in una comunità (di qualsiasi istanza) seguita da un utente della mia istanza!
In teoria, quindi, il ban di Lemmy verso l’istanza Meta sarebbe solo di natura “ideologica” ma non sarebbe così giustificato dal punto di vista “economico”
sì, era proprio quello che intendevo io (non mi sono spiegato molto bene! 😉). Suppongo poi che servizi hosting come masto.host potrebbero avere grossi problemi.
Penso di sì, ma almeno masto.host si fa pagare dai propri clienti mentre Le istanze mastodon non si fanno pagare dai propri utenti e al massimo chiedono donazioni.
e silenziarlo per calmierare l’impatto? Secondo me nessuno sa l’impatto che potrebbe avere sono solo supposizioni.
Quando mastodon è cresciuto a novembre, l’impatto sulle istanze più piccole si è sentito. Se meta entra nel fediverso, sarà peggio.
ma se questo sarchiapone non e’ integrato a instagram ma e’ un SN a parte che ha solo gli stessi utenti di instagram, questi ultimi…lo useranno ?
Mi viene in mente il metaverso…o libra
Se ho un account ig per seguire le stories dell’influencer mi importa assai di fare microblogging.
Il fatto che ci sia una compatibilita’ tecnica non implica che ci sia una compatibilita’ culturale e se non c’e’ quella il traffico federato non dovrebbe aumentare no ?
Quello che c’è da chiedersi è se lo useranno gli influncer, che lo usiamo io o te a insta non penso gliene freghi molto
Ma il media, se di microblogging testuale separato si parla, non e’ adatto agli influencer di IG.
Se sei un cantante, il fatto che attiri migliaia di persone ai concerti non implica che verrebbero a vedere i tuoi quadri o ad ascoltarti leggere il tuo libro